In relazione all'ultima domanda di Roby vorrei esporre la risposta che io mi sono dato sotto forma di ulteriori spunti di riflessione. 1) Immagino che ciascun elettore spagnolo possa avere su tutta la vicenda una propria idea, piu` articolata di quanto si potesse esprimere semplicemente votando per il PP o contro di esso (cioe` dell'interpretazione semplicistica che si sta dando al voto). Se pensiamo all'esito delle elezioni come risultato della moltitudine di scelte individuali dobbiamo dedurre che non era poi cosi` facile prevedere la "risposta" collettiva alla strage. 2) Temo che lo scopo di certi attentati sia di incidere profondamente sulle scelte di chi governa il mondo con la convinzione di chi li escogita che qualunque cambiamento dell'attuale "ordine mondiale" rappresenti di fatto un miglioramento della propria condizione. Pertanto l'unica "risposta" che non si aspettano e` quella che nessuno puo` dare, cioe` l'indifferenza. L'effetto di terrorizzare "gli occidentali" lo avrebbero ottenuto a prescindere dall'esito elettorale in Spagna. 3) Da quanto mi risulta negli Stati Uniti dopo l'11 settembre 2001 sono entrate in vigore leggi che molto probabilmente sono servite a diminuire il rischio attentati ma che certamente hanno ridotto parecchio la civilta` di quel paese in termini di garanzie giudiziarie, di liberta` e di diritti di ogni individuo (non senza vantaggio per chi detiene il potere politico). In altri termini prima ancora dei tentativi di "esportare con la guerra" la democrazia e la civilta` in Afghanistan e in Iraq gli Stati Uniti hanno "importato" incivilta`. Quindi in un modo o nell'altro il terrorismo ha cambiato quel paese e se perdiamo la testa cambiera` anche l'Europa. 4) Io credo che per non perdere la testa dobbiamo collettivamente tenere sempre ben presenti due aspetti. Il primo e` che quando si scontrano morali diverse, culture diverse, anziche` verificabili teorie scientifiche, nessuno puo` pretendere di imporre il proprio punto di vista agli altri. In questi casi l'unica, forse, distinzione oggettiva, verificabile da tutti e` tra chi opera nella legalita` e chi opera al di fuori di essa; e questo e` uno dei motivi per cui l'occupazione militare dell'Iraq, illegale secondo il diritto internazionale, e` stato controproducente; ha fatto perdere credibilita` e autorevolezza ad alcuni dei paesi, fra i piu` importanti, che dovrebbero svolgere, per impegni presi, un compito di tutela del diritto internazionale. Il secondo e` che cercare di risolvere i problemi partendo da dati sbagliati e` uno sforzo immane che porta fatalmente a soluzioni sbagliate. Percio` ritengo che togliere potere a chi racconta menzogne e` sempre un fatto positivo. 5) Credo che se fossi un elettore spagnolo avrei votato contro Aznar, al di la` della posizione sull'intervento militare in Iraq, per le sue menzogne; anche a rischio di lasciare il potere a qualcuno che dovesse rivelarsi a sua volta menzognero. Ma penso che dopo una svolta del genere chi vuole mantenere democraticamente il potere ci pensera` un po' di piu` prima di mentire ancora. Aznar non deve averci pensato molto se continuava ancora a sospettare pubblicamente dell'Eta quando si erano gia` sentite dichiarazioni di vari politici europei (di quelli che hanno fonti d'informazione privilegiate), fra cui Ciampi, che esortavano ad una piu` forte collaborazione internazionale contro il terrorismo; e cio` non avrebbe avuto molto senso se si fossero riferiti al terrorismo basco, cioe` a un problema "giuridicamente" spagnolo. Aznar non poteva non sapere cio` che era gia` noto, seppure segretamente, ad altri in Europa.